La Difesa strangolata dai tagli 5s – Militari in piazza: scontro sulla rappresentanza sindacale
Per il governo militari e agenti sono una categoria di serie B, tanto che nella stesura della nota di aggiornamento del Def, che dovrà essere completata entro il 14 ottobre, ha ridotto all’osso le risorse dedicate agli appartenenti a Esercito, Marina, Carabinieri, Aeronautica, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Polizia penitenziaria.
Per quanto riguarda le Forze armate, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, sta svolgendo ampia attività per il rinnovo del contratto, scaduto da due anni, ma i suoi colleghi sembrano prestare meno attenzione, tanto che voci di corridoio parlano di 900 milioni di euro (300mila in meno rispetto all’ultimo contratto, quando furono reperiti 1 miliardo e 200mila euro) che sarebbero stanziati per il personale, quindi per stipendi e per tutta una serie di indennità ormai ferme da più di vent’anni. Una questione che ha fatto arrabbiare le rappresentanze militari, adirate per la mancanza di dialogo con l’esecutivo. L’ultimo ad ascoltare i Cocer in sede di definizione del Def fu infatti Gianni Letta all’epoca del governo Berlusconi.
Per i militari questa cifra non tiene in considerazione la specificità degli uomini e delle donne in uniforme, tanto decantata da tutte le forze politiche ed esercitata durante l’emergenza Covid (ieri è stato oltretutto confermato dal ministero della Difesa l’impegno aggiuntivo di 750 militari).
Quanto servirebbe in più? Almeno 400 milioni di euro, anche per dare il giusto riconoscimento a chi lavora per la sicurezza del Paese. Ma dove sta il riconoscimento se poi non c’è il corrispettivo economico adeguato come stabilito dalla Costituzione? I 400 milioni servirebbero per gli stipendi dei graduati, sergenti, marescialli e ufficiali fino al grado di capitano di Forze armate e Forze dell’ordine. Peraltro, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, a più riprese ha riconosciuto la necessità di ulteriori stanziamenti per lo strumento militare.
Stessa cosa per ciò che concerne le Forze dell’ordine. «Per noi della Polizia di Stato – spiega il segretario generale del Sap (sindacato autonomo di polizia) Stefano Paoloni – sono stati previsti 600 milioni di euro che non sono sufficienti a coprire le indennità accessorie. Servirebbe almeno il doppio». Quelli della Difesa e della Sicurezza sono settori strategici dello Stato, chiamati a rispondere nei casi di emergenza. Militari e agenti hanno sempre risposto «presente» alle chiamate, ma ora è chi amministra il Paese a doversi mostrare sensibile alle loro richieste. L’augurio è che non accada come quando Giuseppe Conte, insieme all’ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, promise ai Cocer 200 milioni di euro per altre attività delle Forze armate. Soldi, neanche a dirlo, mai arrivati. Peraltro, pare strano che proprio la Trenta, ieri, sia scesa in piazza a Montecitorio insieme ai rappresentanti dei sindacati dei militari che chiedono al governo la modifica della legge Corda che prevede, appunto, le associazioni sindacali per le divise. Insomma, da una parte i 5 stelle tagliano, dall’altra fingono di essere interessati alle sorti delle divise. (fonte il giornale.it)